Chourmo, in provenzale, vuol dire ciurma, i rematori della galera. Nella lingua corrente la stessa parola indica la mescolanza, la contaminazione culturale tra etnie diverse. Jean-Claude Izzo, scrittore francese di chiare origini italiane – suo padre era emigrato dalla provincia di Salerno – alla mescolanza ha dedicato tutta la sua produzione letteraria, a cominciare dalla celebre trilogia marsigliese. Chourmo è il titolo del secondo libro della saga. Fabio Montale, il protagonista, ha lasciato la polizia “Oggi non ero più niente. Non credevo ai ladri. Non credevo più alle guardie” per vivere di pesca e gustarsi il ritmo lento del mare “Bevevo con piacere e impegno. Ascoltando jazz. Coltrane o Miles Davis, negli ultimi tempi”. Fabio sorseggia del buon vino, mangia delle succulente zuppe di pesce, gioca a belote, e discute di politica seduto al bar con gli amici di sempre, quelli ovviamente sopravvissuti ad agguati e ripicche. Marsiglia è una città affascinante, accogliente, ricca di bellezza e di un’umanità generosa, ma in molti dei suoi quartieri, quelli più poveri e degradati, serpeggiano l’odio e la violenza. Montale, suo malgrado, viene risucchiato in un’indagine che parte dall’assassinio del figlio di sua cugina, la bella Gélou che da giovane aveva fatto girare la testa a tutti – Montale ne era innamorato – e lo porta negli ambienti razzisti del Fronte nazionale e dei clan mafiosi che bazzicano il porto. I temi centrali del romanzo, perfettamente semplificati dal titolo, sono pertanto la contaminazione, la sua negazione, e l’identità. In una delle scene salienti, Montale litiga duramente con la cugina e l’accusa di aver dimenticato le proprie origini napoletane – nabos dicono i marsigliesi per offendere i meridionali italiani immigrati – e di essere diventata anche lei razzista. Suo figlio è stato assassinato perché si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato: doveva incontrarsi con la fidanzatina araba che i suoi genitori si rifiutavano di ospitare in casa loro. Chi sono i francesi? Si chiede Izzo nei suoi libri. Un algerino che ha combattuto per difendere la Francia è o non è un francese? Albert Camus non era un vero francese? Quando Izzo ha scritto la sua trilogia, l’11 settembre, gli attentati di Charlie Hebdo e del Bataclan forse non erano eventi prevedibili, eppure i primi segnali di quello che sarebbe accaduto di lì a qualche anno cominciavano a vedersi. Scrive Izzo “Troppo alcol o troppa religione, è la stessa cosa. Fanno male. E sono quelli che hanno fatto le peggiori cose che vogliono imporre il proprio modo di vedere! Di vivere!”.
“Chourmo”, mescolanza, è questa la strada che ha imboccato la città di Marsiglia, che sarà sempre e soltanto l’ultimo scalo del mondo “Il suo futuro appartiene a coloro che arrivano. Mai a quelli che partono”
Angelo Cennamo
gran bella recensione!
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Grazie
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Gentile Angelo, mi sono permessa di condividere la Sua recensione sulla mia pagina FB dedicata a Jean-Claude Izzo.
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Grazie, Ottavia
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