FATE IL VOSTRO GIOCO – Antonio Manzini

 

Fate il vostro gioco - Manzini

L’uscita di un nuovo libro di Antonio Manzini è per migliaia di appassionati un appuntamento irrinunciabile. Nelle settimane che precedono la pubblicazione, in tanti siamo curiosi di conoscere il titolo, la copertina, il numero delle pagine. E quando quel giorno atteso così a lungo finalmente arriva, ci precipitiamo in libreria per aggiudicarci la primissima copia, manco fosse un giornale che poi finisce e non viene più stampato. La portiamo a casa, controlliamo che sia intonsa, senza macchie né graffi, la fotografiamo e puntualmente la postiamo sui social con tanto di foto e frase ad effetto per commentare i capitoli iniziali o l’incipit. E’ la magia, l’empatia che certi scrittori, il più delle volte di genere e seriali, riescono a stabilire con i loro lettori. Qualcuno storcerà il naso, ma Manzini e il suo Rocco Schiavone a me fanno questo effetto.

Fate il vostro gioco è un romanzo sulla ludopatia e sullo strozzinaggio che spesso ruota intorno al mondo delle scommesse. Un ragioniere in pensione, ex ispettore di gioco al casinò di Saint-Vincent, viene trovato assassinato a casa sua. In una mano stringe una fiche. Una firma o un misterioso messaggio da decrittare per il vicequestore Schiavone e la sua squadra di poliziotti strampalati. Il gioco è una brutta bestia, genera assuefazione, compulsività e può trasformarsi in una malattia da cui è difficile guarire. Lo sa bene anche Italo Pierron, il collega più fidato di Schiavone, l’agente valdostano che Rocco di tanto in tanto coinvolge nelle sue oscure operazioni borderline per arrotondare lo stipendio. Povero Italo, nessuno gli aveva spiegato che “Il poker è dieci per cento fortuna, cinquanta tattica e quaranta osservazione” a lui è l’osservazione che lo ha fregato. La storia di Manzini è essenzialmente poliziesca, meno noir delle altre, nel senso che la trama gialla concede meno spazio del solito alle deviazioni sul privato. Una storia nella quale l’autore riserva non poche sorprese ai suoi lettori. Senza addentrarci troppo nei dettagli, ne citerò solo tre. La prima. Finalmente Schiavone conoscerà la madre di Gabriele, il ragazzino suo vicino di casa che tutte le domeniche mattina gli rompe i coglioni con la musica a palla, e con il quale il poliziotto romano ha instaurato un rapporto quasi paterno. La seconda sorpresa è meno gradita a Rocco perché riguarda un’amara verità sulla giovane collega Caterina, la poliziotta che negli altri libri aveva fatto girare la testa anche ad Italo, alimentando scontri, sospetti ed ambiguità. Il terzo colpo di scena è invece legato alla brutta storia dell’omicidio di Marina, la moglie di Rocco, da lui poi vendicata con la copertura dei soliti amici trasteverini. Insomma, come si suol dire, di carne al fuoco ce n’è tanta e nessuno rimarrà deluso. Un’ultima annotazione la farò sulla scrittura, che in questo libro sembra addirittura migliorata, più matura, con dialoghi serrati, forti, divertenti: “Non buttare merda su una cosa che non ha fanzionato, Italo. Lo fanno gli stronzi, e tu stronzo non lo sei. Almeno non del tutto” Conciso, moderno, perfino letterario. Ma sono gli scambi esilaranti tra Schiavone e l’anatomopatologo Alberto Fumagalli a lasciare di più il segno, tra le cose migliori della narrativa italiana di oggi. Fate il vostro gioco è un romanzo ben costruito in ogni sua parte, senza ripetizioni o sovrapposizioni con le precedenti storie, e con Schiavone nel ruolo di maestro di vita oltre che di poliziotto, pronto a correggere errori già commessi e ad impedire che se ne facciano degli altri. Saggio, scoglionato, coraggioso, triste. Rocco Schiavone, uno di noi.

Angelo Cennamo

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