Nella terra di mezzo tra Matera e Potenza, in una notte d’estate, vengono ritrovati i cadaveri di due amanti. Sante Bruno è un architetto ammanigliato con i politici locali. Floriana Montemurro, la sua giovane e bellissima amante, figlia di un notaio molto in vista. Ad indagare sul duplice omicidio sono Loris Ferrara, magistrato di origini napoletane con un matrimonio in crisi, e Viola Guarino, una anatomopatologa motociclista, con brillanti studi all’estero e dotata di un intuito speciale: la chiamano “la strega”. Il nuovo romanzo di Piera Carlomagno – scrittrice salernitana capace come pochi di affrancarsi dai cliché della letteratura di genere offrendo ai lettori trame sempre originali ed intriganti – è una storia essenzialmente di luoghi: è il paesaggio ad imporsi su tutto il resto. Una storia che doveva essere raccontata lì, tra i calanchi di Pisticci, perché non avrebbe avuto senso ambientarla altrove; tutta giocata sul contrasto e sulla contaminazione tra vecchio e nuovo: la Matera dalle tradizioni millenarie, con i suoi sassi scavati dal vento e da secoli di piogge; la città nuova, quella del boom turistico, del cinema e della televisione, la capitale della cultura europea. Il contrasto tra antico e moderno è perfettamente incarnato da due figure di spicco del romanzo: Viola Guarino, il volto della città moderna, dinamica e istruita, e quella di sua nonna, Donna Menghina, espressione della civiltà contadina, della saggezza popolare, ma anche di una certa mentalità bigotta della provincia del profondo Sud. E’ un binario, quello del contrasto, che si insinua in ogni cosa, in ogni dettaglio, perfino nelle indagini sul delitto, guidate dalla scienza sì, ma anche dal chiacchiericcio, dal pettegolezzo, talvolta dall’omertà. Il rapporto professionale tra Loris Ferrara e Viola è un’altra traccia del libro. Tra i due nasce un’amicizia borderline, fatta di tentazioni e di rinunce. Viola è attratta dal tenebroso Sostituto napoletano ma lui sembra non curarsene. Le donne. Sono loro, oltre il suggestivo paesaggio della Lucania, a dominare la scena della narrazione. Le donne vive, quelle scomparse, le assassinate. Floriana è protagonista con la propria assenza, un’assenza ingombrante, avvolta in un mistero fitto. L’avvenente figlia del notaio Montemurro non è soltanto vittima del suo assassino ma anche di un ambiente ostile che non le ha mai perdonato di essere bella, ribelle, di essere libera anche di trasgredire. Tutto il resto è una faccenda di soldi, i tanti soldi che girano intorno alla città capitale: affari, appalti, criminalità, corruzione. Sono questi i mille ingredienti del noir oltre il noir di Piera Carlomagno Una favolosa estate di morte, il giallo dell’estate.
Angelo Cennamo