Quanto George Pelecanos sia legato a Charles Willford ed Elmore Leonard, maestri del thriller che lo hanno preceduto di una generazione, lo si capisce fin dalle prime battute di questo romanzo: L’uomo che amava i libri è dedicato a loro. Da qualche anno, in Italia, di Pelecanos si erano perse le tracce. Sem Libri oggi lo ripropone con la sua ultima opera, probabilmente una delle migliori. La trama del romanzo è semplice e pochi sono i personaggi che ne fanno parte. Siamo a Washington. Michael Hudson riesce ad evitare una condanna per rapina grazie alla manipolazione del testimone chiave del suo processo. A salvare Michael è il detective Phil Orzanian. Phil non è uno stinco di santo. Nella tradizione di altre figure del poliziesco americano e non solo americano (il Rocco Schiavone di Manzini, ad esempio), Phil arrotonda i suoi guadagni con dei lavoretti sporchi. Il favore reso a Michael non è gratuito. E’ qui che la storia comincia a prendere quota, intersecandosi con una seconda traccia che porta al terzo protagonista del libro: Anna, la bibliotecaria del carcere che trasmette a Michael la passione per la lettura. Anna è una donna sposata ma ha un debole per il (quasi) redento Michael. Fuori dal carcere, i due avranno modo di rivedersi. Lui continuerà a darle del lei. Parlano, si guardano, bevono qualche birra insieme. La passione per i libri li unisce oltre la soglia di quella quotidianità che non ammetterebbe deroghe. Una storia d’amore in un thriller classico, vecchia scuola, dai meccanismi perfetti, dal ritmo sostenuto e con frasi brevi, mai una parola di troppo. Leggere Pelecanos è un vero piacere.
Angelo Cennamo