
Niente di serio. Niente di nuovo. Il racconto episodico di una famiglia disfunzionale – l’ennesima – attraverso ricordi e aneddoti.
“La maggior parte dei ricordi ci abbandona senza che nemmeno ce ne accorgiamo; per quanto riguarda i restanti, siamo noi a rifilarli di nascosto, a spacciarli in giro, a promuoverli con zelo, venditori porta a porta, imbonitori in cerca di qualcuno da abbindolare che si abboni alla nostra storia. Scontata, a metà prezzo”.
La scoperta del sesso, le amicizie, i parenti: sprazzi di vita forse vissuta o forse no, poco importa. Si ride? Io non ho riso. Un po’ “Lessico famigliare” della Ginzburg, un po’ “Lamento di Portnoy” di Philip Roth. Veronica Raimo scrive meglio di suo fratello, ha una prosa meno vischiosa e contorta del più noto Christian – apprezzabile più in veste di traduttore che di autore – ma il plot di questo libro è troppo debole: tanta leggerezza senza planare dall’alto.
Angelo Cennamo
nemmeno io ho riso. Spacciato per altamente originale, lancia delle aspettative che vengono sistematicamente deluse
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Posso permettermi di segnalarti Il Madremoto? Mi farebbe piacere avere un tuo parere. Un saluto.
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