I RE DELLA TRUFFA – Sara Paretsky

V.I. Warshawski – V sta per Victoria, I per Iphigenia – è una giovane investigatrice di padre polacco – poliziotto anche lui – di madre italiana. Vic, tutti la chiamano così, si è scelta un lavoro difficile, specie per una donna – tenete presente che siamo tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta. Un lavoro soprattutto oneroso e poco retribuito: bollette da pagare impilate sulla scrivania, di fianco alla Olivetti e alla foto degli Uffizi – Vic è mezza italiana e tiene a farcelo sapere – fitti arretrati. Ma è una donna libera, Vic, e la sua indipendenza non la baretterebbe con niente e nessuno, manco a dirlo con un secondo matrimonio, dopo la breve incursione nel primo finita in un “divorzio carico di acrimonia” – umana troppo umana, Vic. Un giorno, anzi una sera e nel corso di un blackout, alla porta del suo ufficio bussa il funzionario di una grossa banca per chiederle di rintracciare la fidanzata del figlio. Basteranno poche decine di pagine per scoprire che quell’uomo non è chi dice di essere, che la ragazza da ricercare ha un altro cognome, e che il fidanzato è morto ammazzato nel suo appartamento con un colpo di pistola alla tempia. Inizia così “I re della truffa”, romanzo del 1982, già pubblicato in Italia da Mondadori nel 1983 con il titolo “Nel freddo della notte”, e ritornato in libreria nel 2020 con Minimum fax e la traduzione di Luca Briasco. L’autrice è Sara Paretsky, tra le più apprezzate scrittrici di polizieschi, anche lei, come la sua eroina, americana di padre polacco e di madre italiana. “I re della truffa” è il primo romanzo di una fortunata serie che, immaginiamo, Minimum fax voglia farci conoscere nella sua interezza. La Paretsky colloca la storia nella sua Chicago, già città di Al Capone e scenario ideale per delle crime novels. Ma è una Chicago meno grigia e terrificante di altre narrazioni, anche cinematografiche; una metropoli quasi solare, complice lo stile fresco, ritmato e rassicurante dell’autrice. La vicenda, sulla quale eviterò di addentrarmi, ruota intorno ad una ingarbugliata questione assicurativa e al mondo sindacale. Non ci sono secondi fini nel racconto della Paretsky – almeno non mi sembra di averne colti – ma con tutta evidenza il ruolo dell’investigatore donna scelto come protagonista della serie fa un certo effetto. Come dicevo, il romanzo è uscito negli Usa nel 1982; prima di allora non era usuale affidare a delle signorine il compito di indagare o di sgominare una banda di criminali. V.I. Warshawski debutta nella letteratura poliziesca molti anni prima della Renée Ballard di Michael Connelly e della Holly Gibney di Stephen King. Molto prima anche di tante sue colleghe europee. Rifletteteci: non è un dettaglio di poco conto. Vic è una ragazza semplice ma determinata e combattiva, decisa a superare aggressioni fisiche e tentativi di corruzione pur di scardinare ogni mistero. Quando un collega di suo padre tenta di dissuaderla  – “Lascia che se ne occupi la polizia” se lo sentirà ripetere spesso – Vic non sembra affatto intimorita, anzi quel monito finirà per caricarla ancora di più. “I re della truffa” è un poliziesco dai meccanismi perfetti, ben scritto, Vic un personaggio vero – fragile e coraggiosa al tempo stesso – del quale vi innamorerete fin dalle prime battute. Cos’altro aggiungere; dopo Hebert Lieberman, Minimum fax accende la luce su altro grosso calibro della letteratura crime americana qui in Italia poco conosciuto. Aspettiamo le nuove avventure. 

Angelo Cennamo

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